3. A EZRA POUND

3. A EZRA POUND

Torquay, 2 aprile 1916

Ez caro, ti starai chiedendo che diavolo sono andato a fare nel Devon.

Il motivo è che ero sfibrato dal mio lavoro di insegnante (tutti credono che sia una scelta vantaggiosa ma lo credono solo coloro che non ne hanno fatto esperienza). 

A spese di Bertrand Russell, mi giovo con Vivien del clima marino di questa deliziosa cittadina.

Mia moglie ha avuto un’acutissima crisi di nervi e Bertie si è offerto di portarla al mare affinché l’aria marina curi i suoi crampi allo stomaco, i suoi mal di testa, i suoi svenimenti…

L’elenco delle sue malattie è interminabile e mi fermo qui.

Io invece sono rimasto a Londra a lavorare. Ora ci siamo dati il cambio.

Chiamami pure Opossum, Ez, perché come il mammifero marsupiale, che si finge morto quando vede il pericolo di un’altra preda, tu mi reputi uno che si mette da parte per non avere seccature o sofferenze.

A volte preferisco essere come la sera quando si stende contro il cielo come un paziente eterizzato disteso su una tavola.

Da quando ho rincontrato per caso, a New Oxford Street, il mio ex insegnante di logica simbolica ad Harvard, da allora Bertie si è messo al nostro fianco con un fare molto “paterno”. È ricco e ci ha preso a benvolere.

Visto che non potevamo permetterci una casa, ci ha ospitato nella sua, in Bury Street. Io dormo nel divano e Vivien in una delle due camere da letto. Russell ha capito che non c’è tanta intimità tra noi e non mi meraviglio che si metta a flirtare con Vivien mentre sono a scuola.

Dopotutto io sono stato un disastro con mia moglie, al limite dell’impotenza, ma le sue mestruazioni interminabili aggravano il mio stato di agitazione. Questo per spiegarti che se non c’è un’intesa sessuale non è tutta colpa mia. Però quando non c’è il sesso di mezzo, siamo tranquilli e lei è un’acuta lettrice delle poesie che scrivo. Un equilibrato cameratismo è quello che salva il nostro rapporto.

Adesso su questa spiaggia bordata da una falesia siamo veramente in pace. Il mare riesce sempre a infondermi una grande quiete e mi riporta a tempi più spensierati.

A Gloucester, nel Massachusetts, la mia famiglia aveva una casa da dove si vedeva l’Atlantico: l’oceano mi inondava di serenità solo a guardarlo.

Andavo in barca a vela: avere il controllo sul vento e sul mare mi dava una sensazione di potenza.  

Una volta stavo veleggiando con un amico lungo la costa fino al confine canadese quando ci ha colto una tempesta. Ci siamo rifugiati su un’isola dove per due giorni abbiamo mangiato solo aragoste:

se i fiori della vita sono pochi

Facciamo almeno che siano divini.

Tuo ‘Possum

EPISTOLARIO DI T.S. ELIOT (1888-1965)

3 commenti Aggiungi il tuo

  1. LAURA ha detto:

    BELLISSIMA

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    1. Silvia Lo Giudice ha detto:

      Grazie, se leggi tutto l’epistolario trovi la vita di Eliot e la sua poetica.

      "Mi piace"

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